martedì 7 febbraio 2012

Rivoluzione dell'anno: 
Bebè a Bordo

Eh lo so che per molti di voi non è una novità, ma ora che sono entrata a pieno nel glorioso quarto mese, ora che ho dismesso nausee, malumori e malesseri vari  di un primo trimestre di gravidanza e per di più appena arrivata qui… allora ora posso concedermi di dirlo al mondo!

Certo non riuscirei mai a raccontare quella gioia infinita, non riuscirei  a spiegare quell’orizzonte d’emozione che il pensiero non riesce a raggiungere, e a parlare del nido di seta dove c’è MINI … ma sicuramente posso raccontarvi , a piccoli capitoli, le varie ed eventuali di una gravidanza a Ouaga….


Capitolo 1:  di scoperte, primi mesi, dottori a Ouagadougou e vabbè una cosa facile nella vita mai, eh?
Ok, siamo incinti, e siamo a Ouagadougou… Sono solo passate tre settimane da quando sono arrivata qui (questo succedeva circa quattro mesi fa) Scopro a mie spese che fare un bambino e contemporaneamente installarsi su un nuovo pianeta  sono due esperienze da non far coincidere… Ci sarebbe la casa da sistemare, e la città da scoprire, ma con le nausee  allora non se ne parla proprio di andare nel mercato caotico, caldo, affollato e sudaticcio a cercare stoffe esotiche e falegnami per farmi fare i mobili… e allora che faccio? Non ho neanche le mie amiche e i negozi dove andare a comprare la prima bavetta di mini e la crema antismagliature per me, i libri per la perfetta mammina e neanche internet  a casa… panico… vabbè sono i primi tre mesi, passeranno… ma avete idea di quanto sono lunghi tre mesi?… mamma mia… Eppure sono passati e ora mi prendo in giro da sola.
Siamo incinti, cerchiamo un dottore… al centro medicale internazionale ci hanno detto che se vogliamo una gravidanza non troppo medicalizzata potremmo scegliere la clinica Konè, ok andiamo lì… Io veramente vorrei una dottoressa…europea magari… e invece no! dottore… e burkinabè… Effettivamente sono stata fortunata, il dottore è simpaticissimo, si diverte a prendere in giro Laurent, chiacchera sempre con lui, lo chiama lucky luke  (e certo, perché ovviamente è solo merito suo se mini è arrivato  subito subito, vabbè non è il caso di fare piazzate femministe) e  ogni tanto gli parla in inglese. Poi lo tranquillizza perché se non ho vomitato vuol dire che lo amo veramente (sapienza locale).  Ma quella incinta non sarei io? Si mettono anche a discutere di agricoltura, anzi alla prima ecografia dove abbiamo potuto vedere  mini, il dottore a un certo punto si ferma, si gira verso laurent e inizia a discutere con lui su come istallare il sistema di micro-irrigazione goccia a goccia nel suo campo di pomodori a 300 km da ouaga,  lasciando l’affare dell’ecografia immobile sulla mia pancia,  e intanto io, ignorata e felice, piango  emettendo gorgheggi di felicità guardando quel piccolo alieno tarantolato che si agita dentro di me dall’alto dei suoi quasi 8 cm di lunghezza, e quasi tutti testa… è la cosa più bella del mondo!

B + Mini + gatto marcello
Capitolo 2: cominciare a prepararsi al grande arrivo
Elisabeth, la mamma di laurent è arrivata dalla Francia con un container di libri, prodotti naturali, rimedi naturopatici e tante coccole. Dopo aver studiato le 3000 pagine del diario di bordo della mamma, la naturopatia in gravidanza, libelli e opuscoli vari, mi sono dedicata a studiare e applicarmi nel canto pre-natale. Che è proprio una pratica per le donne in dolce attesa. Teoricamente dovrebbero aiutarmi a respirare meglio e ad accogliere mini, ma le canzoni sono così emozionanti che il più delle volte mentre canto mi viene da piangere dalla gioia e allora rischio di soffocarmi invece di allenare il respiro (a volte piango anche dalle risate perché all’improvviso mi immagino mini che alza il sopracciglio e dice ‘hey, tu barbra streisand! qua vogliamo dormire, la smetti con queste canzoni da ‘mbriacone francese con fisarmonica , baschetto e sciarpa rossa a Montmartre? Qua siamo in Africa!!!)… comunque a parte gli scherzi è davvero una cosa bellissima e lo consiglio a tutte le attuali e future mammine in attesa. E poi, finalmente dopo aver letto tutto il resto, ho dovuto affrontare anche lui… ebbene si, il libro stile: ‘partorisco bene e sono pure felice di soffrire terribilmente perché è bello soffrire naturalmente e se invece ti fai l’epidurale sei un mostro di cattiveria, basta prepararsi prima no?  Vedrai, sarà un gioco da ragazzi’… che ve lo dico a fare? Solo leggendolo ho rischiato di svenire almeno due volte… (seriamente), figuriamoci che combinerò quando tocca a me. Almeno c’è scritto che a una donna che partorisce è concesso un po’ di tutto, perché è (parole testuali) nella  sua bolla istintiva, impulsiva meno socialmente corretta… (cioè potrò dire le parolacce all’ostetrica e lanciare oggetti contundenti addosso agli infermieri) e la cosa più bella è che alcune donne partorienti devono assolutamente sgridare qualcuno, generalmente il padre del pupo (quindi potrò insultare Laurent per tutte le volte che lascia (tutti) i vestiti per terra, quando uscito dalla doccia zampetta tutto il pavimento con i suoi zamponi e mette i piatti con gli avanzi nel lavandino senza passare dalla spazzatura e lui invece di brontolare dovrà farmi grandi sorrisi e promettermi che non lo farà mai più!! Opportunità irripetibile Vabbè non credo che andrà esattamente così… ma oltre a  drogarmi con litri di fiori di bach e fare esercizi sul pallone gigante dovrò pure trovarmi delle strategie psicologiche di sopravvivenza all’idea del parto...
Capitolo 3: se tanto mi dà tanto, mini nascerà con una voglia rosa rotonda a rotelline bianche… si si,  avete capito, proprio a forma di fetta di mortadella…
Essere incinta con le voglie da mamma incinta a Ouagadougou non è sempre facilissimo. Le voglie che vengono sono tutte nostrane e appartengono sempre a quella sfera infantile nella quale ogni mamma incinta si rifugia. Infatti ho desiderato da impazzire: le pizzette che mangiavo a all’asilo, la pastina in brodo di gallina (con tanto di polpettine), la mozzarella, pane e provola,  pane e soppressata , olive verdi schiacciate(genitori, zie e zii all’ascolto: m’avete rovinato con le coccole culinarie calabresi – a volte anche abbastanza insistenti  del tipo ‘e dai, non hai mangiato niente!’  e giù di pane e capocollo…’ ma dove siete ora che mi servite???)… e poi lei…la regina… l’intramontabile deliziosa profumata compagna di merende: la mortadella!!! ovviamente cose meravigliose, semplici e semplicemente introvabili qui…  tranne dei surrogati d’esportazione alquanto discutibili. Ho anche sognato cose più esotiche come il sushi e il sashimi… (che certo, in Africa dell’ovest la cucina giapponese la trovi ad ogni angolo, soprattutto in un paese che non ha nessuno sbocco al mare come il Burkina!)  e qui la colpa è tutta di Stefania che mi ha iniziato a questo prelibato vizio!!!… E infine ho sognato (cioè proprio sognato la notte) di gustarmi i deliziosissimi passatelli in brodo di zia marina e la quennelle (una specie di salsicciotto di pollo macinato tipico della cucina di Lione) che io peraltro ho assaggiato una volta sola in vita mia… il che dimostra, inconfutabilmente, che mini è per metà francese… (e meno male che non m’è venuta voglia di formaggio puzzone…)
A maggio metterò in standby la mia burkina fase per un po’ e tornerò in Italia per far nascere mini sul suolo patrio.  Ma per il momento sono ancora qui a raccontarvi delle mie cronache africane..
Infine, parenti e amici tutti, si accettano pronostici per sapere se mini è un mini-mio o una mini-mia! ancora è un mistero...


Barbara a maggio di ritorno in Italia